MILANO
Anche Padova conferma: per i periti industriali over 65enni i contributi previdenziali sono facoltativi. Dunque, l'Inps non ha titolo a richiedere a questi professionisti l'iscrizione obbligatoria alla Gestione separata e, tanto più, a imporre loro pagamenti su presunti contributi arretrati. Dopo il tribunale di Aosta (sentenza dell'8 febbraio 2011) anche quello di Padova – con la sentenza del 12 maggio – dà ragione a un pensionato iscritto all'Eppi (l'Ente di previdenza dei periti industriali), che si era visto notificare un verbale di accertamento come conseguenza dell'iscrizione del perito pensionato, operata d'ufficio dall'Inps, alla Gestione separata.
Come spiega lo stesso Eppi, il giudice del lavoro territorialmente competente ha deciso di annullare, in quanto illegittima, la cartella di pagamento che era stata notificata a un libero professionista perito industriale che aveva proseguito la sua attività dopo i 65 anni. Inoltre, il giudice ha confermato la legittimità delle disposizioni, contenute nei regolamenti di previdenza di alcune Casse di liberi professionisti, che disciplinano la facoltà di non versare i contributi previdenziali al professionista over 65.
Nello specifico, l'Inps non contestava l'iscrizione all'Eppi del professionista pensionato (ma ancora attivo), al quale, in base al regolamento della Cassa, è sospesa la pretesa di pagamento del contributo soggettivo del 10% e richiesto solo il versamento dell'integrativo del 2% del volume d'affari. Ma pretendeva il suo assoggettamento al regime contributivo della Gestione separata, dato che Eppi aveva, per così dire, "rinunciato" alle sue pretese di versamento.
Per il tribunale di Padova, invece, il ricorso del pensionato va accolto. L'iscrizione d'ufficio all'Inps è avvenuta quando il professionista era ancora iscritto all'Eppi. Così come l'esonero dalla contribuzione soggettiva non incide sull'iscrizione alla Cassa previdenziale di categoria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA